L’imperativo dei nostri giorni è far fronte alle sfide che il cambiamento climatico, l’aumento demografico e la penuria di risorse naturali pongono.

L’approccio One Health - di cui abbiamo accennato in questo articolo - ci sta insegnando che la salute dell’ambiente è nei fatti salute umana, benessere, proiezione futura, ecco perché la Protezione Ambientale è una attività entrata a far parte della programmazione politico-economica degli Stati di tutto il mondo, soprattutto di quelli occidentali.

Protezione ambientale, nazionale o mondiale?

Parlare oggi di un sistema di protezione ambientale nazionale è un po’ riduttivo poiché la tutela dell’ambiente riguarda in modo trasversale tutti i paesi.
Per questo motivo soprattutto gli Stati riuniti in confederazioni o unioni politico economiche, come l’Unione Europea, collaborano ad una regolamentazione che possa essere al tempo stesso guida e confine per le azioni nazionali.

Va detto che l’Italia è stato uno dei primi paesi della Comunità Europea ad essere sensibile verso certi temi che correlavano danno ambientale e salute (pensiamo alla rinuncia alle centrali nucleari, o all’istituzione di numerosissimi parchi naturalistici tutelati per legge), al tempo stesso tuttavia il bel paese risulta paradossalmente spesso carente in rapidità durante le transizioni.

È il caso delle proroghe continue per la messa al bando della plastica, sarà il caso dell’abbandono dei veicoli a combustione fossile che in molti altri paesi, nonostante i termini fissati, sono già quasi solo un ricordo.

SNPA, un meccanismo complesso tutto nazionale

Lo SNPA (Sistema Per la Protezione dell’Ambiente) è l’ente nazionale che raccoglie i dati, coordina le agenzie territoriali (ARPA) e analizza attraverso monitoraggi la salute dei contesti naturali in cui viviamo, l’Ispra poi, si occupa di rendere i dati scientifici disponibili e leggibili per i cittadini, i decisori politici, e supporta le attività del Ministero dell’Ambiente oltre che della Protezione Civile; esso costituisce un tassello essenziale nel lavoro dello SNPA.

Questo meccanismo complesso ci dà l’idea di quanto il tema “ambiente” sia in realtà il punto focale attorno al quale sta ruotando il sistema Paese.

Progettare in mondo locale, pensando con mentalità globale

Parlando di politiche ambientali italiane occorre distinguere tra le indicazioni che vengono dagli organi sovranazionali e quelle che scaturiscono dai singoli territori, nazionali e finanche regionali.

La vera sfida infatti, oggi, è avere un flusso funzionale di indicazioni e di informazioni Bottom Up (ovvero dalle regioni, nazioni alla Comunità europea) e Top Down (cioè dalla UE ai singoli paesi), che rendano possibile il raggiungimento degli obiettivi fissati con l’accordo di Parigi, attraverso soluzioni disegnate ad hoc: adatte geograficamente, economicamente e finanche culturalmente, ai singoli territori.

Sebbene la strada sia ancora lunga, possiamo affermare che il nostro paese sta lavorando tanto e spesso in modo eccellente, superando spesso anche le indicazioni comunitarie: il nostro Codice dell'Ambiente (D.Lgs. 152/2006) ad esempio è tra i più avanzati d’europa e siamo stati uno dei primi paesi a parlare di “crimini ambientali”, approvando una legge sugli Ecoreati che prevede sanzioni penali (e non più soltanto amministrative).

Come spesso ci dicono “il futuro è la casa di tutti ed è tutta da costruire” e inevitabilmente esso dipenderà dalle scelte che opereremo sin da ora.

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